venerdì 5 giugno 2015

 
Angiolo Bandinelli
"SETTE DONNE"
racconti 
 
Emiliano degli Orfini  ed. - 2015
pagg. 135 - Euro 10 
 
 
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mercoledì 3 giugno 2015

Giulio Braccini

Introduzione a 
Sette donne” di Angiolo Bandinelli


Sette donne per otto racconti. Quando si richiamano alla memoria i nomi dei sette nani, ce n’è sempre uno che manca all’appello, ma qua ce n’è uno in più, e la ricerca dell’intruso – maschio o femmina che sia – farà parte dei vostri piaceri di lettori.

Ma attenzione, perché qua, il più delle volte, si parla di piaceri frustrati, di desideri (maschili) insoddisfatti, e di oggetti (femminili) del desiderio - tanto perplessi del loro ruolo che li si potrebbe sentir chiedere (come le parole delle poesie di Montale): “Che stiamo a farci?” Lo sguardo del maschio, in queste pagine, è la penna di uno scrittore che non si nasconde e anzi gioca a moraleggiare in lunghi periodi che parlano di ciò che vedono (donne) ma che ci dicono soprattutto il colore dell’iride che scruta, degli occhi che indugiano sui corpi delle passanti.

E cosa fanno, le passanti che hanno la ventura di entrare nel campo visivo di Bandinelli? Si guardano allo specchio, per esempio, e quasi mai si riconoscono (la figlia della madre austera è una sorta di Vitangelo Moscarda in gonnella, anzi senza); cercano forse di capire o empatizzare con chi le guarda e magari per questo le ama (e ne chiedono conto al maschio di riferimento, il padre, in riva a un lago); si interrogano su cosa sia il pudore (se ce l’hanno, al contrario della “star”) e di solito, se si rispondono, non ci svelano l’arcano (come l’amica dell’amico). “E non sono mica puttane. Usa così”: è un grido di dolore.

Chi ha familiarità con la produzione bandinelliana (penso soprattutto ai suoi versi) ne riconoscerà temi e tratti stilistici: la presenza costante di una sessualità mai pacificata, la capacità di “rottura” ironica o addirittura sconcia del tono aulico. Ma siccome stiamo parlando di un autore tecnicamente “maledetto”, bisognerà considerare anche chi si chiedesse, con don Abbondio, “Bandinelli: chi è costui?”, e gli dovremo almeno accennare che, ignoto al colto e all’inclita, “poeta nascosto” (nella definizione di Sergio Claudio Perroni) di “un’opera semiprivata” (secondo Matteo Marchesini), Bandinelli è in realtà uno dei maggiori intellettuali del secolo passato, un tale che ha contribuito all’arricchimento della lingua italiana molto più di quanto non si sappia, soprattutto grazie all’elaborazione di quel vocabolario pannelliano che è, insospettato, parte del vostro lessico interiore della libertà. Bandinelli è un “radicale impunito”, un intruso della politica e della cultura italiana.

Ed è forse come tale che, in questi racconti, è capace di spiegarci al meglio (senza ovviamente dirlo) quanto, nel 2015, l’intruso è il maschio.

Giulio Braccini

martedì 2 giugno 2015


quaderni della libri necessari

Angiolo Bandinelli

SETTE DONNE
racconti
con una prefazione di Giulio Braccini

Emiliano degli Orfini, Roma - MMXV
pagg.135, 10 euro