SULL'ABISSO - 2
L'erotismo
è desiderio, la pornografia è negazione di desiderio.
L'aforisma,
struttura linguistica ed espressiva dell'apocalittico; ma, oggi,
l'apocalittico si riduce a un mediocre cesellare di sciocchezze in
società, di mediocri battute.
Il
Quarto Evangelo, quello di Giovanni, è l'aforisma più bello mai
scritto.
Forse,
la società di oggi, immersa nel degrado, è già nelle spire
dell'apocalisse.
L'attesa!
Dunque, l'uomo è immortale?
L'uomo
accumula segni/ali sperando, con la loro sequenza ordinata, di
de/scrivere il mondo: spera insomma di esaurire il catalogo, di
raggiungere la/il fine dell'enumerazione, che in tal modo diventerà
spiegazione.
Pensava
che non ci fosse nulla da dire circa la sua vita; e dunque, circa la
vita in sé.
Il
dolore è irreversibile.
Il
gioviale, che sembra riposare su una distaccata affabilità e
partecipazione simpatetica, esprime oscuramente, a rovescio, una
follia.
“Odi
et amo”, dice Catullo. E va bene, ma non al 50 e 50%. Tutti
possiamo, prima o poi, amare; odiare – odiare davvero – è
difficilissimo, arrivi a scambiare per odio un volgare rancore, un
po' di repulsione.
Non
rendete noiosa la prudenza, né l'audacia – invece – stupida.
Grottesco:
abbiamo paura dei mostri che noi stessi abbiamo creato.
La
società letteraria è la Piazza Affari della letteratura.
Il
poeta sia sempre un po' ingenuo, il romanziere deve essere sempre un
po' sospettoso.
La
poesia e la filosofia, per loro intrinseca natura sono inutili,
perfettamente inutili. Ma indispensabili. Massima iattura, la loro
mancanza: ma nessuno se ne accorge, occorre sempre inseguire l'utile.
Un
buon aforisma è elaborato, ma deve apparire come se venisse giù di
getto: come la lava che erompe dal vulcano.
Si
scrivono troppi aforismi: tutti tentativi – falliti – di
raggiungere l'aforisma perfetto, quello che racchiuda tutti gli
aforismi possibili.
L'anoressia
sta al postmoderno come l'isteria alla società religiosa.
Quando
risuona la parola "apocalisse" c'è sempre un imbecille che
esulta e protende (o pretende di protendere) un tremendo dito
accusatore: ma si tratterà, al più, di un esteta solitario.
Intorno
al tempo si organizzava, con sontuosa strategia, la rovina, alla
Piranesi. Il degrado è invece figlio e conseguenza della distruzione
del tempo, dello "spessore" del tempo.
Oggi
si può avere un'antropologia, non un'etica.
“Vae
solis”: chi è solo, se cade non ha nessuno che lo aiuti; ma anche
“beata solitudo, sola beatitudo”. Alla fin fine, come si anche
dice, “aiutati che Dio ti aiuta”. E se hai Dio, di chi altro hai
bisogno?
Bisogna
temere i brevi
incontri.
Non vi succede mai nulla, perché tutto è già successo.
La
vicinanza è un abisso.
“In
principio era il verbo”: è un aforisma incompiuto: manca la
seconda metà, la fine....
Il
risparmio è solo quello che si fa sul necessario. Sul superfluo si
esercita, semmai, un ghiribizzo di autocompiacimento..
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