giovedì 6 febbraio 2014


C'E'  MIRACOLO  E  MIRACOLO
(da "Il Foglio")

Abbiamo tutti visto, sui giornali, l'incredibile fotografia dell'assalto in volo di un corvo e un gabbiano alla colombella bianca appena liberata dalla mano di un bambino, in piedi al fianco di Papa Francesco durante l'Angelus domenicale. Sicuramente quella foto ha fatto il giro del mondo. Se ne è occupata spiritosamente, su queste pagine, Mariarosa Mancuso, evocando una serie di eventi cinematografici, in primo luogo "Uccelli" di Hitchcock... Io ho visto più volte i falchi e i corvi piombare in picchiata sugli storni calati a migliaia, nelle tramontane novembrine, sui platani di Roma; e so anche che, ammirabili per l'eleganza in volo, i gabbiani sono però animali crudeli; da sempre - come piaceva a mia moglie - tengo sulla terrazza di casa una piccola piattaforma di legno su cui getto minuzie: la frequentarono passeri e pettirossi, poi sono arrivati i merli e gli uccellini si sono dileguati; ma anche i merli sono spariti quando sui pini tutto intorno hanno nidificato le pesanti taccole, i corvidi cui appartiene uno degli aggressori della colomba.

L'aggressione alla bianca palombella è un evento, comunque, abbastanza naturale, osserva Mancuso. Ma, a far dell'ironia, potrei vedervi un segnale “provvidenziale”, da interpretare come un divino, soprannaturale monito al papa. L'ottima Mancuso menziona anche la non meno celebre fotografia del fulmine che colpì la cupola di San Pietro "la sera delle dimissioni di Benedetto XVI". Se sottolineassi questi due eventi come segni negativi e infausti, sarei irrispettoso e sacrilego? E perché mai? Non ci ha insegnato la dottrina cattolica che i miracoli avvengono e che la mano attenta e operosa di dio è sempre presente e pronta ad intervenire sulle vicende umane? Se è miracolo una guarigione altrimenti inspiegabile, perché non potrebbe aspirare ad avere una significazione celeste anche l'evento orribile di cui sto parlando? Non si può scartarlo a priori solo perché non ci piace, magari perché - come si dice - non sta bene. Un evento così scioccante - con la colomba accanto al papa in un momento altamente simbolico, la sua liberazione che vuole esprimere tante cose belle e buone, l'attacco dei rapaci, ecc. - dovrebbe lasciare un po' perplessi, almeno quanti ai miracoli credono.

Il cristianesimo, che nella nascita virginale ddi Gesù o nell’apparizione della croce a Costantino ha punti di altissima partecipazione alla cultura del prodigio, operò decisamente, soprattutto grazie all’imperatore  Teodosio (379-395), per porre fine alle pratiche divinatorie e interpretative legate alla “religio” dei padri. Lo scontro tra la cristianità e il residuale mondo pagano fu pesante, su questo tema. E proprio a quel clima di “guerre culturali” appartiene il  “Prodigiorum liber” di Giulio Ossequente, oscuro scrittore vissuto a cavallo tra il IV e il V secolo d. C. E' una raccolta di brevi passi - tratti dall'opera di Tito Livio - che narrano, appunto, di prodigi occorsi a marcare, spiegare fatti e vicende narrati dal grande storico. Tenuto a lungo per un modesto centone il libro vuole invece, sembra accertato, fornire alla pietas degli ultimi ambienti aristocratico-culturali paganeggianti uno strumento di interpretazione storica capace di contrastare la nuova storiografia ed ideologia cristiana cui Paolo Orosio, sollecitato da Sant'Agostino, donava, più o meno in quel tempo, le sue “Historiae”, che piegavano a gloria del nuovo Dio perfino il saccheggio di Roma da parte dei Visigoti di Alarico (410): un evento certamente, per i coevi, più significativo e terrorizzante di quanto furono per noi le “Twin Towers”. E allora: un livido fulmine colpisce la basilica di San Pietro in un'ora significativa e pesante per la chiesa? Secondo Ossequiente "il tempio di Giunone Lucina fu colpito da un fulmine: vennero danneggiati il tetto e le porte. Nelle vicinanze molte cose furono colpite dal fulmine". Un corvo afferra al volo la colomba papale? Ancora Ossequiente ci viene in aiuto: "A Stratopedo, dove il Senato era solito incontrarsi, i corvi uccisero un avvoltoio picchiandolo con i becchi... " La stessa fondazione di Roma non venne segnalata a Romolo da un evento espresso da un volo di uccelli ma molto meno emblematico dell'uccisione della colombella?

In questi giorni, apposite commissioni stanno esaminando la documentazione relativa ai fenomeni devozionali di Medjugorje fondati su presunte apparizioni della Madonna. In una trasmissione TV della Rai, uno degli invitati ha asserito con convinzione che Maria è apparsa qua e là migliaia di volte, ma il conduttore si è affrettato a ricordare che Papa Francesco, dinanzi a certe affermazioni, ha pazientemente replicato che “la Madonna non è un postino” impegnato a distribuire letterine a tutto il paese. Ci sono contraddizioni che pesano sull'affabulazione cattolica circa i miracoli. Una delle imputazioni che lo spirito protestante e quello laico rovesciano sulla chiesa è questa facilità a dare spazio alla credulità della gente, del popolino, sull'intervento miracoloso. Sì, anche per chi è simpatetico, certe cose mettono a disagio. Oddio, però anche don Benedetto credeva nei poteri del cornetto di corallo rosso.

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