domenica 29 luglio 2012


 VECCHI APPUNTI


In spray su un muro romano: "Quando al posto del sole/sorgerà la celtica/sara la gloria"

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L’economia come puro "scambio", fine a se stesso, nemmeno finalizzato - secondo gli schemi dell'economia classica - al profitto, ridotto a variabile dipendente dello scambio. Scambio - non mercato - che tende solo alla autoriproduzione, in equilibrio mobile e instabile. Purezza asettica dello scambio, logica ferrea e senza smagliature. Assenza completa, in questa economia, del senso di colpa, come poteva esservi, nell’economia classica, per il profitto, sterco di Mammona. Tutto ciò esclude il risarcimento della contemplazione, che nella vecchia economia serviva come forma di fuga, di distacco dalle miserie del reale. II fine della contemplazione era 1'estetica. La fine della contemplazione è la fine dell’estetica?

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L’antropologa Ida Magli denuncia Schengen, 1'apertura delle frontiere europee per uomini e merci. La misura tenderebbe a distruggere le “identità": le quali - sostiene - si fondano sul rapporto coi luoghi, la lingua, eccetera.

Incredibile ottusità della scienza. Questa reazione di rigetto si ha nel tempo storico in cui cade, muore, anche il concetto di "folklore" grazie al quale per secoli gli europei hanno potuto elevare barriere tra se e gli "altri" (e nell’ambito del quale nasce anche il concetto di identità come radicamento nei luoghi, nella lingua, ecc.) per far posto al concetto di "sottosviluppo", o di sviluppo diseguale: il contadino africano che lavora con la sua zappa di legno è solo un povero, uno che vive in area di sottosviluppo economico, e la sua zappa di legno non e più raro oggetto da museo antropologico o del folklore ma, semmai, da museo della tecnologia. E intanto le treccine africane, la pittura sul volto, il "piercing", ecc., diventano parte del nuovo folklore, quello delle sub -aree cultural! che si vengono formando nell'Occidente, dentro il suo cuore più moderno, proprio grazie alle nuove mescolanze e ibridazioni. nate a seguito dello sviluppo e della caduta delle barriere culturali.
Fisiognomica dell"incontro nella società mobile, multimediale, multietnica: sempre più chiaramente, 1' identità è un rapporto...

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Esce un libro su la "Nuova Repubblica" e i suoi uomini. Sottotitolo:"uomini e retroscena della N.R." La politica chiede per sé il riconoscimento di attivita primaria, la politologia ne detta e ridetta, accanitamente, gli schemi, se non le leggi. Ma, per la gente, il "retroscena" conta più della scena. Per la gente, sono i retroscena a dare forme e contenuti al fare politico: e non perché la complessità dell'agire non supponga, sempre, una complessità di comportamenti alcuni del quali sono parte degli arcana imperi, con tutto quel che ciò significa, ma proprio perché si pensa che il più e il più importante della politica si debba svolgere lì dietro, cioè in una condizione di necessaria oscurità e alterità, anche morale, di comportamenti che si pensa costituiscano, nella loro diversità strutturale, la vera essenza, la verità intrinseca della politica: la politica non è quella che appare o che viene fatta apparire ma quest'altra, dove le norme e regole valide per 1'azione che scorre in superficie o sulla scena non valgono più, mentre diventano determinanti quelle ascondite, non qualificabili e classificabili, dietro e sotto la scena...Ma tutto questo non ha nulla a che fare con l’autonomia del politico.

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