sabato 2 febbraio 2013



JEAN  VALJEAN  E  L'OMOSESSUALE
(da "Il Foglio", 31 gennaio 2013)

O Fantine, o Cosette! O Valjean! Ci voleva la penna di un grande scrittore laico per crearvi, personaggi simbolo della miseria umana e però anche della redenzione, dell'abnegazione, della pietà, della com-passione. Victor Hugo si illudeva che il "ventesimo secolo" sarebbe stato "felice", perché non avrebbe visto i drammi che avvilivano il diciannovesimo. Il secol breve ha tradito le speranze dello scrittore francese, certe miserie allignano ancora. Voi, Fantine e Cosette, sareste ancor oggi in uno stato di precaria fortuna, tra condanna e, forse, espiazione: tu, Fantine, madre abusata e frustrata, e tu, Cosette, figlia del peccato, bambina maltrattata e sfruttata, adottata da un ex forzato, un delinquente - celatosi sotto le vesti di un borghese, e dunque divenuto rispettabile - sareste ancora "miserabili". Tu, povera Cosette, non potresti essere salvata dalla strada,  nutrita e allevata da chi, essendo un omosessuale o una lesbica, volesse prendersi cura di te, come poté l'ex-forzato Valjean. La società dei rispettabili, ma anche istituzioni che aspirano al monopolio sull'etica, condannano e respingono ancora il diverso, il reietto: e oggi il diverso non è l'ex forzato, è l'omosessuale. Ma, a differenza di Valjean, un omosessuale non può nutrire il desiderio di dolcezze familiari, ha solo torbide, repellenti passioni.

Dopo decenni di dibattiti e battaglie civili, l'infelice aveva sperato che la sua diversità potesse essere accettata se non accolta. Si vede invece ancora destinato ad una irreversibile perversione: sodomita, lesbica, "vitandus...". Sperabilmente, oggi non dovrebbe più temere di essere messo a fuoco vivo, condito di finocchio perché le sue carni abbrustolite non feriscano sgradevolmente le narici dei plaudenti attorno al rogo; però se, come l'ex forzato Valjean, vuole provare le dolcezze di una paternità o di una maternità, no, questo gli viene negato, vietato. Oddio, se si chiama Jodie Forster, tutti sono pronti a chiudere un occhio, chi respingerà l'attrice dal proprio salotto? Verso il sodomita o la lesbica del pianerottolo accanto, invece, il fanatismo è sempre cieco, li esclude - o li ammette ma con riserva, sempre sotto osservazione, guai a sgarrare: su di loro si può scatenare, impunita, la sagra delle menzogne infamanti. All'epoca della campagna per il referendum sul divorzio l'on. Fanfani, nei comizi, raccontava che i mariti avrebbero mollato la moglie vecchia per  mettersi con la serva prosperosa; oggi, una personalità politica di rilievo può sostenere, senza timore di essere ridicolizzata, che "i figli dei gay si suicidano in misura superiore alla media".

La stampa racconta, entusiasta, che  papa Ratzinger ha cominciato giorni fa ad interloquire su Twitter non più per diffondere e commentare il senso dell'Evangelo, ma per “entrare in battaglia” (testuale) sui temi e i valori “non negoziabili”. Può lasciare un po' perplessi il fatto che il papa scelga il social netwotk più disinibito per lanciare una campagna, anzi per "entrare in battaglia". L'evento mediatico accade a poche ore di distanza dalla marcia antiabortista tenutasi in America ma anche, all'opposto, dal discorso di Barak Obama per il suo secondo mandato presidenziale: un discorso divenuto famoso perché vi si dice a chiare lettere che la presidenza degli USA si impegnerà per i diritti dei gay. Non mi pare avventato far rilevare il collegamento tra questo pronunciamento e l'intervento mediatico di papa Ratzinger. Ma non era l'America il paese da additare ai credenti, da imitare perché i suoi uomini pubblici recitano in continuazione "in God we trust", anche leggendolo sulle banconote da un dollaro? Giurando sulla Bibbia di Lincoln, il liberatore degli schiavi, Obama continua nella grande tradizione di un paese inclusivo, aperto, popperiano: oggi, anche per i gay.

Valjean, l'ex forzato, conquista la rispettabilità grazie al suo solitario e oscuro sforzo etico. Esprime il miglior portato dell'età del progresso, del positivismo. E lì non c'è solo Valjean, ci sono anche i personaggi di "Cuore", o Scrooge e Oliver Twist, nati dalla fantasia di Dickens. Una società ingorgata di credenze sbagliate, gonfia di pregiudizi scientifici, ebbe però il merito di riconoscere il valore dei buoni sentimenti, della pietà come risorsa e dovere sociale, non solo dei chierici. Sì, la chiesa, tutte le chiese predicano l'amore per il prossimo, la pietà, la com-partecipazione, ma avvolgono questi nobili sentimenti nella bandiera della appartenenza chiestastica, di fede. Se non sei della mia parrocchia sta' alla larga, la tua non è generosità ma calcolo. Sui temi dei valori, le chiese fanno appello ad identitari articoli di codice, spietati, ciechi, senza pietà. C'è una sorta di accanimento contro elementari esigenze (non parlo di diritti) dell'uomo e della donna comune. Ma non c'è il rischio di ritrovarsi fianco a fianco con i fondamentalisti di quell'Islam che uccide il console americano perché omosessuale, o di uno dei tanti Putin che cominciano a pullulare dietro l'angolo di casa nostra? Contro il despota antigay ha protestato anche il ministro degli esteri tedesco, Westerwielle. Va bene, lui è un omosessuale.


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